Movimento, Sport e Salute
In data 14.11.2018 si è tenuto un simposio scientifico presso l’aula Pocchiari dell’Istituto Superiore di Sanità (I.S.S.) di Roma (Pocchiari fu chimico, nato a Melfi/Pz, collaborò con Rita Levi Montalcini all’ottenimento del suo Nobel), a lui dedicata per l’intenso e apprezzato lavoro scientifico svolto e del quale fu direttore per 16 anni.
“Movimento, Sport e Salute” questo il titolo dell’evento che ha radunato duecento congressisti da tutte le regioni d’Italia, occasione ghiotta non per la novità delle problematiche discusse, quanto per un’adeguata e referenziata messa a punto.
Organizzato dall’I.S.S. che lo ospitava, con Ministero della Sanità e C.O.N.I. per tracciare la politica nazionale della SALUTE.
Le evidenze scientifiche della correlazione tra INATTIVITÀ FISICA E MALATTIA sono ormai acclarate a livello di letteratura mondiale. Infatti L’O.M.S. stima che nel mondo 1 adulto su 4 non è sufficientemente attivo e che l’80% dei decessi globali non raggiungono i livelli raccomandati di attività fisica.
Il dato della U.E. vede invece 1 su 3 adulti e 2/3 degli adolescenti che non svolgono un’adeguata attività fisica.
In particolare in Italia il sistema di sorveglianza PASSI (Progressi Aziende Sanitarie per la Salute in Italia) riporta che solo 1 adulto su 2 raggiunge livelli adeguati di attività fisica peggiorando con l’avanzare dell’età, soprattutto se di sesso femminile, con status socio-economico più precario e per basso livello di istruzione nelle regioni centrali e nel meridione.
Per i bambini italiani il dato è ancora più negativo: il 41% trascorre circa due ore al giorno davanti a TV, tablet, videogiochi e cellulare dedicandosi solo 1 ora per settimana ai giochi; dati che peggiorano ulteriormente per la popolazione pediatrica meridionale.
Necessitano politiche nazionali per sostenere la promozione dell’Attività Fisica e non solo per creare presupposti di benessere ma non di meno anche per ridurre l’indebitamento. Sembra infatti che la valorizzazione economica dell’inattività fisica possa determinare un risparmio di 2.331.669.947 euro per anno in termini di prestazioni specialistiche, diagnostiche, terapie farmacologiche e ricoveri ospedalieri.
Si chiamano MALATTIE CRONICHE NON TRASMISSIBILI (MCNT) e rappresentano la principale causa di exitus a livello mondiale. Infatti le stime dell’OMS dicono che nel prossimo 2020 potrebbe rappresentare fino al 70 (settanta) % dei decessi globali.
I decessi avvengono per malattie cardio-vascolari (17,7 mln di persone), tumori (8,8 mln), patologie respiratorie (3,9 mln) diabete (1,6 mln).
Che il problema fosse noto da tempo alle autorità mondiali è risaputo, infatti già nel settembre del 2015 i governi di 193 paesi dell’O.N.U. hanno sottoscritto un piano di azione globale con l’obiettivo di ridurre di 1/3 le morti premature collegate alle MCNT.
In Italia nel 2014 è stato valutato che le MCNT siano ritenute responsabili del 92% dei decessi registrati, e che l’80% della spesa sanitaria sia dovuta a tali patologie che originano in età giovanile, si sviluppano per l’intera vita e richiedono un’assistenza a lungo termine in quanto invalidanti.
Infatti si calcola che mediamente 20 anni sono vissuti in condizione di disabilità pur essendo il nostro, il paese della U.E., secondo ormai alla sola Spagna (stime epidemiologiche ottobre 2018) per longevità che è diventato solo sinonimo, più frequentemente, di condizione di disabilità.
Tra le principali cause di MCNT si ricordano: consumo di tabacco, abuso di alcol, alimentazione non corretta, e mancanza di attività fisica, anche se non sono secondarie l’ambiente di lavoro, le condizioni socio-economiche e il livello culturale, tutti determinanti di salute assolutamente modificabili a far si che migliori anche la qualità di vita.
La stesura dettagliata di queste aree di interesse trova nella CARTA DI TORONTO, redatta nel maggio del 2010, da un gruppo di esperti, la prima proposta a livello mondiale della promozione dell’Attività Fisica e degli innumerevoli vantaggi correlati, parlando di “stili di vita” associati allo sviluppo “eco-sostenibile dell’ambiente” in cui viviamo con opportuni piani urbanistici che aiutano a prevenire tutte le patologie secondarie ed atteggiamenti poco salutari. È una vera e propria “chiamata alle armi” (advocacy) rivolta a tutti: amministrazioni pubbliche, società civile, istituzioni accademiche, associazioni private, cittadini, alla realizzazione di azioni individuali e collettive con l’obiettivo di promuovere ed applicare un programma di salute globale identificando 4 aree di riferimento e 9 principi guida.
Nel 2013 l’OMS ha individuato tra i nove obiettivi da raggiungere a livello mondiale entro il 2025, una riduzione del 10% della prevalenza dell’insufficienza di attività fisica ribadendo che la prevenzione delle MCNT deve essere sostenuta da politiche nazionali di interventi basate su una risposta multisettoriale e un’azione congiunta sui fattori di rischio comportamentali modificabili e sui determinanti di salute, sociali, economici e ambientali.
Inoltre lo stesso O.M.S identifica tre obiettivi:
riduzione del 25% della mortalità precoce,
riduzione del 25% dell’ipertensione,
fermare l’aumento di obesità e diabete.